Coltivazione della vite in vaso.

10.11.2016

Da più di dieci anni coltivo viti in vaso, con discreti risultati, nonostante le mie scarse conoscenze, soprattutto delle tecniche di potatura. I vasi che ho usato in passato avevano una capacità di più di 40 litri; le viti le avevo ottenute da talee o da margotte e ho usato terra da orto, con aggiunta di sabbia di fiume grossolana.
Non ho avuto problemi di fillossera ma ovviamente ho dovuto irrorare anticrittogamici, seguendo le indicazioni del Consorzio Fitosanitario di Reggio Emilia per proteggere le viti dalla peronospora e dall'oidio; quindi, per questo tipo di coltivazione è necessario disporre di spazio per non danneggiare persone, cose, animali o altre piante. Non è perciò consigliabile la coltivazione su balconi, a meno che non si vogliano allevare le viti a bonsai in vasi molto piccoli, per poterle irrorare senza disperdere pesticidi o concomi fogliari.

Ho coltivato due varietà di uva da tavola: il Moscato nero e la Centennial, che è un'uva bianca apirena. Ho cercato di ottenere pochi grappoli di buona qualità, e ci sono riuscito nonostante fin dall'inizio della coltivazione abbia fatto errori nelle potature.

Ecco alcuni grappoli di quest'anno:

Moscato nero
Moscato nero
Centennial
Centennial

Ora, sperando di evitare gli errori fatti in passato, voglio provare a coltivare qualche vite in un vaso da circa 20 litri e qui terrò una spacie di diario dell'esperienza.

Ho aggiunto ad un cucchiaino di miele un mezzo cucchiaio di  infuso di salice che, oltre all'acido salicilico dovrebbe contenere tracce di auxina. Comunque si può tranquillamente usare acqua.

Ho mescolato ottenendo una soluzione appiccicosa per fare aderire meglio il radicante. 

In internet si consiglia una soluzione di miele 1:4 in acqua... in passato ho spalmato sul legno delle margotte miscugli 1:1 di miele con polvere radicante, ottenendo buoni risultati. Chi usa la polvere radicante da sola nel fare le margotte rischia di respirarla e questo potrebbe essere pericoloso: il nostro sistema digerente entra abitualmente in contatto con le auxine naturali, i nostri polmoni no... inoltre nelle polveri radicanti potrebbero esserci auxine ottenute chimicamente e pericolose per la salute (alcune hanno anche azione diserbante)

.Come contenitore ho usato un brik da 1,5 l...

... al quale ho tolto il tappo e ho chiuso il buco rimasto con del nastro adesivo per ottenere una maggiore profondità; comunque questa oprazione non è necessaria perchè anche senza "rialzo" la profondità del brik è sufficiente...

... è invece molto importante praticare sul fondo le aperture per il drenaggio.

Ho usato un terriccio formato da sabbia vulcanica grossolana e torba;
Sulla confezione non è riportato il rapporto fra le due componenti ma penso che sia di circa 1:1.

Invece della sabbia vulcanica andrebbe bene anche la perlite.

Ho tagliato una talea con 4 gemme da un tralcio lignificato che non presenta segni di malattie.

Dopo aver inumidito il terriccio, ho fatto una profonda buca aiutandomi con un bastoncino di diametro maggiore rispetto a quello della talea per fare in modo che il radicante rimanga in posizione.

Iho bagnato la base della taleanella soluzione col miele...

... l'ho immersa nel radicante in polvere...

... e l'ho introdotta nella buca...

 ... cercando di non toccare le pareti... ma anche se si toccano va bene lo stesso. :)

Ho pressato leggermente il terriccio attorno alla base della talea... 

... e vi ho posto sopra una bottiglia di plastica senza fondo che ha soprattutto la funzione di proteggere la talea da lumacne e topi... il tappo è meglio toglierlo per consentire la circolazione dell'aria. Ho poi messo le talee all'ombra, sul lato nord della casa.

Il 4 novembre, cioè dopo due mesi...

ho aperto il contenitore e ho notato che le radici si erano sviluppate parecchio.

Ho estratto la talea dal terriccio...

... e ho preparato il contenitore definitivo
Per avere una maggiore profondità, ho tolto il fondo da un vaso 30x30...

... e l'ho infilato in un vaso 28x28.

Ho riempito ii vaso fino a circa 10 cm dal bordo, ho formato al centro una "montagnola" conica, ho infilato al centro della montagnola un tubo di plastica del 20 come tutore, ho legato la talea al tutore, disopendo le sue radici a raggera sui fianchi della montagnola.

Il tubo servirà anche per sostenere un tutore di diametro minore.

Infine ho posto la solita bottiglia, dato che questo inverno lascerò la talea in serra fredda.

Il 4 novembre ho estratto anche un'altra talea ottenuta dallo stesso tralcio e che avevo piantato due mesi prima, dopo averla trattata con il solo radicante...

Sono spuntate molte radici (probabilmente per azione delle auxine del radicante) ma se ne sono sviluppate meno in lunghezza rispetto all'altra talea. Questo confronto non è sufficiente per trarre delle conclusioni ma si potrebbe ipotizzare che i carboidrati del miele favoriscano lo sviluppo in lunghezza delle radici.

I vasi li terrò riparati (ma con temperature che potranno scendere attorno allo 0) e con poca luce fino a marzo, quando li rimetterò all'aperto...


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